Sinistrash by Diego Fusaro

Sinistrash by Diego Fusaro

autore:Diego Fusaro [Fusaro, Diego]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-11-07T12:00:00+00:00


4.5 Pasolini e la fiction dell’antifascismo in assenza di fascismo

«Buona parte dell’antifascismo di oggi, o almeno di quello che viene chiamato antifascismo, o è ingenuo e stupido o è pretestuoso e in malafede: perché dà battaglia o finge di dar battaglia a un fenomeno morto e sepolto, archeologico appunto, che non può più far paura a nessuno. Insomma, un antifascismo di tutto comodo e di tutto riposo.»

P.P. Pasolini, intervista del 26.12.1974

La massima parte dei partiti delle neo-sinistre fucsia in Europa sono, dopo il tornante epochemachend del 1989, partiti radical chic per ceti abbienti e demofobici, a sostegno del progetto di classe dell’Unione Europea e della moneta unica detta “euro” come sistema di governo neoliberale149. Sono, ancora, “partiti radicali di massa” a favore dei diritti umani da asporto imperialistico e a favore del competitivismo neoliberale come regno delle “opportunità per tutti”. Sono antitotalitari, anticomunisti e antifascisti, cioè – decriptando la neolingua – avversi a tutto ciò che possa anche solo teoricamente mettere in discussione l’asimmetrico ordine del capitale.

Non deve sfuggire, in specie, la funzione ideologica che svolge per la rainbow left l’antifascismo in assenza di fascismo. Il pensiero unico politicamente corretto della globalizzazione finanziaria, del quale la sinistrash è custode privilegiata, trova in effetti una sua funzione espressiva di primaria importanza nell’antifascismo liturgico in assenza di fascismo; rispetto al quale l’anticomunismo liturgico in assenza di comunismo è soltanto la variante “mimetica” a destra.

Già Pasolini aveva stigmatizzato l’“antifascismo archeologico”150 degli anni Sessanta e Settanta: «si tratta – egli asseriva – di un antifascismo facile facile che ha per oggetto e obiettivo un fascismo arcaico che non esiste più e che non esisterà mai più», cioè appunto il fascismo mussoliniano, legato alla forma “disciplinare” e autoritaria del capitalismo dialettico. Con l’avvento del capitalismo assoluto-totalitario, la figura autoritaria e repressiva – “clerico-fascista”, secondo la formulazione di Pasolini – viene spodestata dalla nuova figura permissiva e lasca del capitalismo assoluto per consumatori, con annessa liberalizzazione integrale dei consumi e dei costumi. Dal capitalismo per sudditi repressi col manganello si transita, così, a un capitalismo ancora più totalizzante di consumatori: un capitalismo che – sempre commentando Pasolini – non ha bisogno di reprimere i corpi, dacché ha conquistato le anime.

Con le parole di Pasolini, «non si tratta più, come all’epoca mussoliniana, di una irreggimentazione superficiale, scenografica, ma di una irreggimentazione reale che ha rubato e cambiato la loro anima. Il che significa, in definitiva, che questa civiltà dei consumi è una civiltà dittatoriale». È il totalitarismo perfettamente attuato, quello nei cui spazi blindati gli schiavi si illudono di essere liberi e, di più, si oppongono a ogni eventuale progetto di liberazione151.

Per questa ragione, ad avviso di Pasolini, il vero “fascismo” – se proprio si desidera conservare il termine – diviene «quello che i sociologi hanno troppo bonariamente chiamato la società dei consumi»: contro questo “nuovo fascismo”, ancora più totalitario del precedente, le forze del quadrante sinistro non combattono. Di più, dagli anni Sessanta, con la genesi della new left, e a maggior ragione dopo il 1989,



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